Parliamone con Ugo!

QUESITO N°2

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...Ma allora il senso di pesantezza e stanchezza delle gambe a cosa è dovuto? è determinato come dice qualcuno dalle microlacerazioni muscolari che si producono durante uno sforzo o da altro? e poi perchè alcuni hanno spesso questa percezione di pesantezza di 2/3 giorni a recuperare ma non è una costante, mentre altri quasi mai?



Correre con lattato, o produrne, implica necessariamente un aumento della distruzione muscolare?
Non dimentichiamo che il nostro è uno sport prevalentemente aerobico e l'allenamento che facciamo è uno stress, oltre che un trauma, al quale l'organismo reagisce adattandosi ed adattando un bel pò di sistemi!



15 commenti:

GIAN CARLO ha detto...

Il lattato centra poco con le piccole micro lacerazioni muscolari causate principalmente dalla corsa di lunga durata.
Dopo 24 ore il lattato, il cui accumulo dovuto all'alta velocità(fuori soglia) lo hai smaltito tutto...le lesioni muscolari restano e necessitano di tempi + lunghi da 3 giorni a X dove X puo' essere anche molti giorni a secondo di quanto sono state profonde e di che capacità ha il fisico di recuperarle.
A Ostia io non sono mai andato fuori soglia, nonho prodotto acido lattico in eccesso, ma le gambe ed è giovedì mi fanno ancora male...Se in questa condizione faccio dei lavori rischio di peggiorare le cose e anche di infortunarmi

Francarun ha detto...

Quando feci le analisi di marzo che non stavo bene, la creatinchinina era alta, creatinchinina è un'esame per vedere quanti enzimi prodotti dai muscoli entrano in circolo nel sangue, non mi so spiegare meglio di così, le mie erano alte ed era anche per questo oltre che per la ferritina bassa, che non riuscivo a correre bene senza fatica. Io sinceramente non ho mai sofferto di dolori dovuti all'acido lattico !

ugo ha detto...

Giustissima osservazione Gian Carlo,vedo con piacere che molti corrono ed approfondiscono i perchè della loro corsa.
Vedo con piacere che si comincia a parlare di "individuo" e non di regole generali o di programmi per tutti e tu, come ogni podista, vuoi capire in che direzione lavorare per migliorare, rischiando il minimo.
Certo il massimo sarebbe fare quei 30 km sotto soglia ma andare velocissimi e non avere dolori del dopo gara, ma è possibile?!?
Se questo disagio fosse automatico, poi, ad ogni allenamento impegnativo avremmo dolori e dovremmo rispettare un periodo + o - lungo di riposo!?! Dobbiamo capire cosa è accaduto prima, cosa durante e cosa dopo, non credi???

ugo ha detto...

Grande Franca ne butti in pentola un'altra ed ora si che cominciamo a divertirci...
La creatina nel sangue è un indice di distruzione muscolare, gli infartuati ne hanno valori altissimi ma anche gli atleti quando....
Valori bassi di Sideremia sono più comuni nelle donne che perdono ferro con l'emorragia mestruale.
Assumere ferro non è facile e se ne perdiamo troppo è difficile reintegrarlo.Il fatto aggravante è che i podisti nell'impatto dei piedi col terreno rompono tanti globuli rossi, che a loro volta contengono il gruppo "eme", (ferro), che inevitabilmente va perduto in parte.......tutto questo per dire che tu sei diversa da Gian Carlo e che difficilmente fai dolori muscolari......devi capire perchè, dobbiamo capire! Ora vo' a lavoro altrimenti......

Anonimo ha detto...

La fatica di domenica a Ostia, strano a dirsi, non mi ha prodotto grandi traumi. Non ho avuto problemi residuali di acido lattico, qualche lieve indolenzimento si, anzi il mio fastidio alla parte lombare/gluteo il giorno dopo sembrava scomparso...
Devo dire che sono arrivato alla fine dei 30 Km abbastanza provato, gambe rigide, polpacci tesi e carburante quasi a zero. Il tempo per quanto mi riguarda risulta in linea con gli obiettivi ...maratona, ma la domanda è.....come fare a correre altri 12 Km?? E' pur vero che è il primo lungo che faccio..

Scusa per il fuori tema finale...

Ciao

Alfredo

ugo ha detto...

.....In pratica ed in base alle analisi ematiche, Franca fa distruzione muscolare ma non fa dolore.... c'è qualcosa che ci sfugge?!?
Alfredo la tua è una corsa illuminata ma un po' a risparmio e forse è giusto così, ma introduci un altro argomento altrettanto interessante: Esaurire le riserve di gliceno significa esaurire glicogeno ma non le nostre riserve energetiche, "le altre" bisogna educare il nostro organismo, per poterle sfruttare ed oggi ci sono mezzi e conoscenze per farlo!!!

Ezio ha detto...

Ugo visto che so' che conosci bene l'argomento, ricambia la visita, se hai tempo, e rispondi a Giancarlo...copia e incolla

http://corseggiando.blogspot.com/2008/10/il-metodo-gallowayamericanata-o-uovo-di.html

Unknown ha detto...

Ciao a tutti, solo un saluto e sopratutto un ringraziamento ad Ugo per il tempo che ci dedica. (sicuramente è una sua passione però resta sempre agli occhi di tutti la sua immensa disponibilità)
Ti leggo sempre Ugo, anche e sopratutto gli articoli meno tecnici, autentici pezzi di bravura. Credimi io leggo molto e non esagero nel dire che potresti tranquillamente essere l'editorialista in molti magazine di sport.
Ciao Ugo, ancora grazie

ugo ha detto...

Dal blog di Gian Carlo: bello bellissimo spaccato di pansieri sul Galloway e non solo...
Ciao a tutti sono Ugo, Ezio mi ha invitato a leggere questo post di Gian Carlo, ed ho trovato splendido scoprire che il mondo del running sia tanto vivo, sensibile e capace di andare oltre il semplice apparire.
Posso dire la mia riguardo il sistema Galloway purchè rimanga chiaro che è sempre una opinione, che la mia esperienza abbia validità di riflessione comune ma sia comunque da considerarsi relativa.
Ho fatto 8 tentativi di Passatore e dei 6 portati a termine 5 li ho conclusi con il "Famigerato sistema".
I tempi che ho realizzati sono stati nell'ordine 11h 21', 11h 13' , 10h 26', 10h 22', 10h 42 e tutti sono stati realizzati ottimizzando ed adattando alle mie esigenze il suddetto sistema.
L'ultimo l'ho corso con Jackie ed è stato una eccezione perchè totalmente corso e nel tempo di 9h e 42' proprio perchè lei non riusciva ad interpretarlo.
Ho sempre preparato questa gara, che ritengo la più bella del mondo, prima con il fratello Francesco Bruni, toscanaccio DOC, che mi ha iniziato al Galloway e poi con il mio amico Mauro Ingretolli,lui quest'anno ha voluto continuare a perseguire Galloway ed ha concluso in 9h 36'. Sono convinto che se avessi potuto correre con Mauro e con il "nostro sistema" saremmo potuti scendere sotto le 9h e 30', quindi meglio che corso per intero.
Anche io mi posso considerare un purista della corsa e soprattutto all'inizio avevo un bel po' di diffidenza e reticenza da riferire a proposito ma poi non potendo preparare per ragioni di lavoro questa gara in modo decente ho finito per cedere e scoprire un mondo incredibile di potenzialità nascoste e di altri argomenti non toccati del nostro organismo.
Questo è sicuramente un sistema che consente di allungare di molto le distanze che si possono percorrere e ci consente di conoscere molto meglio noi stessi ed i nostri limiti......se ce ne sono!!!!
Sui criteri di gestione del tempo camminato e della velocità in corsa,ho una opinione personalissima che trova pochi riscontri in "letteratura": la velocità deve essere una velocità efficiente,volta ad ottimizzare il rendimento,se ci prepariamo per tutta una stagione a correre una maratona intorno ai 4' e 30'' non possiamo pensare di avere un buon rendimento correndo a 5' e 30 quindi poco più lento di una maratona e produdente quanto basta per correre senza grandi affaticamenti cardiaci.
La mia è una pagina ancora aperta e credo che sul Galloway ci sia ancora molto da dire.

Anonimo ha detto...

penso che sono cose che variano molo individualmente. è risaputo che il lattato c'entra poco (anch'io da decenni leggo testi sull'argomento): se fai un lungo in discesa, di lattato non ne accumuli ma poi starai con le gambe a pezzi. io, personalmente, dopo un pesante allenamento lattacido mattutino, già il pomeriggio sto fresco come una rosa, se faccio un lunghetto di 16km lo sento un paio di giorni e mi rallenta la successiva seduta finoa 4 giorni dopo. luciano er califfo.

ugo ha detto...

A Massimiliano....le parole sono pensieri per chi sa comprenderli... se c'è un merito,sempre che ci sia,comunque va condiviso....

Alvin ha detto...

Porto il mio esempio: 37km a
4:56/km il giorno dopo stavo una rosa, 42km a 4:48/km, fino al martedì mi sarei buttato dalla finestra piuttosto che far le scale in discesa...penso sia da persona a persona...più di tutto a distruggermi è la distanza, 10km li faccio in 43 minuti senza problemi successivi ma 42km per me restano 42km penso siano dovuti ai microtraumi..al fatto che in assenza di glicogeno e scorte di aminoacidi nel sangue il corpo negli ultimi km cominci a smontarti minuscole porzioni di muscoli..ho detto na cazzata?

Anonimo ha detto...

Toh... quella foto è mia :)

Running Evolution ha detto...

Grazie MadMark e' bellissima e speriamo di averti fatto cosa gradita:

ugo ha detto...

Risposte multiple....
....A Franca: il grado di distruzione muscolare non è sempre accompagnato da un proporzionale dolore muscolare proprio perchè questo non dipende dalla quantità di fibre distrutte ma dalla risposta infiammatoria ed edemigena, questa è individuale e differente da un soggetto ad un altro.
L'edema è responsabile della sensazione di congestione e di pesantezza delle gambe, è un elemento che fa parte del complesso sistema riparativo che veicola nella sede "infortunata" sostanze dette" Amine Vasoattive " responsabili della vasodilatazione e quindi del maggior apporto ematico nella zona interessata.Lo scopo è riparare.
In questi casi le gambe risultano essere oltre che dolenti e congestionate,anche calde.
La risposta è individuale perchè non sono soltanto i meccanismi riparativi a scendere in campo ma anche una serie di altre sostanze che controllano l'eccedere del fenomeno infiammatorio.
Una di queste è un ormone prodotto prevalentemente dalle ghiandole Surrenali, il Cortisolo, anche detto ormone dello stress, che proprio in questi casi viene prodotto in grandi quantità ed è deputato a contenere e risolvere il più repidamente possibile questi stati, condizioni comunque di precarietà.
Soggetti che producono molto cortisolo dopo lo stress sono meno esposti al dolore muscolare.
Altri soggetti non fanno dolore muscolare proprio perchè non arrivano ad alti gradi di distruzione muscolare e quindi inducono relativamente la risposta infiammatoria,questo è più frequente nelle donne e, proprio perchè meno potenti e pesanti, tendono ad una distruzione muscolare inferiore.
Altro aspetto è la osservazione che ha fatto "USCURU", facciamo infatti molto piu trauma muscolare quando corriamo anche blandamante in discesa che per lunghe distanze in pianura perchè con quelle pendenze usiamo muscoli meno o per nulla richiamati durante una corsa piatta.Come detto in precedenza tendiamo a selezionare dei muscoli dimenticandone altri che al loro risveglio si comportano come muscoli non allenati e quindi dopo lo sforzo dolenti per l'edema.
Lo stesso muscolo, poi, può essere stimolato in diversi gradi di contrazione,provate a fare una maratona ed avrete un certo grado di affaticamento e di dolore, provate poi a camminare per 42 km, chi corre difficilmente riuscirà a farlo senza portarsi dietro dolori lancinati ed ovunque nel dopo prestazione.
Qui pero contribuisce anche lo scarso ritorno venoso che si realizza nella camminata rispetto alla corsa...
Il grado di distruzione muscolare è poi proporzionale e condizionato dal grado di aerobicità nel quale si realizza la contrazione,più lo sforzo è aerobico e minore è il trauma, inoltre più lo sforzo è indirizzato verso una attitudine dell'organismo a sostenerlo e meno ci affatichiamo ma anche ....meno ci alleniamo!!!
L'allenamento è trauma ed adattamento dell'organismo a quello stress.L'oraganismo si difende abituandosi allo sforzo ed anche se non c'è attitudine per quella specifica distanza e velocità, se adeguatamente stimolato, il nostro fisico risponderà adattandosi. L'importante è "MIRARE BENE SUI NOSTRI LIMITI"!
Domanda: come fare ad identificare i nostri limiti e quali sono i più frequenti nel nostro sport?