L'angolo del dilettante. L'ABC di Giampy


Ciao a tutti amici runners. Sono Giampiero della Running Evolution, in queste pagine cercherò pure io di dare un piccolo contributo alla tematica dell'allenamento del runner. Corro come voi con lo spirito di fare bene ma senza riuscire ,per tanti motivi, a fare quel qualcosa in più che possa rasentare il professionista della corsa. La mia conoscenza si basa sull'esperienza acquisita in ormai trentanni di corsa, i primi anni passati a correre da ragazzo e poi ,dopo qualche anno da allenatore del settore giovanile ed in questi ultimi da semplice podista della domenica. Sicuramente non ho l'esperienza di tanti altri nell'ambito della preparazione di una maratona e oltre, ma per quanto riguarda un'infarinatura di base che possa aiutare chi ha appena iniziato a correre, quello penso di si.
In questi ultimi tempi nuovi podisti si sono aggregati alla Running e avranno sicuramente fame di notizie, di sapere qualcosa di più per correre un pò meglio. Cercherò di iniziare con questo post un angolo del blog dedicato a chi è alle prime armi, dal confronto con voi possiamo sviluppare la tematica e magari nel tempo riuscire pure a programmare assieme una tabella che porti alla preparazione di una 10 km ben fatta e magari anche di una Mezza Maratona.
Anche se non fa parte dell'allenamento, valore fondamentale ha la scelta delle scarpe, l'attrezzo da lavoro deve essere il punto di partenza per evitare da subito di avere noiosi infortuni che pregiudichino entusiasmo e voglia di fare. Sul blog dedicato all'abbigliamento potete trovare già dei consigli e comunque affidatevi a negozianti specializzati sul running e poi chiedete consiglio a tutti gli amici che incontrate per strada. Tenete conto del vostro peso e quindi proteggete il piede con scarpe più robuste e non fatevi fregare dalla voglia di indossare scarpette da ballerina, date pure un occhiata allo spessore del tallone della scarpa e alla sua flessibilità. Le scarpe di oggi sono fatte per essere ricomprate spesso, si scaricano subito, quindi mettetevi il cuore in pace e sappiate che due paia di scarpe l'anno vanno acquistate. Quando sentite che il piede batte"ciabattando" in terra, che vi sembra di calzare ormai degli zoccoli, è ora del ricambio, se andate troppo oltre arrivano i dolori.
Fatta questa premessa e tralasciando tutti gli aspetti psicologici delle vostre motivazioni a correre possiamo passare ai primi fondamentali dell'allenamento.
Innanzitutto bisogna darsi il principio del "non strafare", l'entusiasmo di voler correre ci porta a fare errori che ripetuti nel tempo diventano cronici e non ci fanno migliorare le prestazioni e comunque ci possono fare andare incontro a contrattempi e malanni.
Cercate di coniugare il numero degli allenamenti con il resto delle attività giornaliere e cercate di capire quale sia l'orario migliore per farlo , pensate che il tempo che vi ritagliate deve essere sfruttato al meglio possibile e dovete correre per sentirvi meglio. Se un giorno vi sentite troppo stanchi potete pure saltare, non è un problema.
Da qualsiasi grado di preparazione vi trovate, sappiate che per andare un pò più forte vi basta semplicemente correre un pò di più. Se riuscite a portare a tre, dai soliti due, i vostri allenamenti settimanali, vedrete che già nel giro di due settimane i miglioramenti li notate. Se poi riuscite a correre un pò di più nel tempo ad ogni seduta , anche questo vi farà fare un balzo in avanti. In poco tempo vi accorgerete che le gambe inizieranno ad essere più forti ed il giro del palazzo lo farete in tempi sempre migliori.
Questi consigli sono mirati a chi non va oltre i 30-45 minuti di corsa, tutto ciò è finalizzato a portarvi a sfondare il mitico muro dell'ora di corsa che è sempre il primo vero muro del runner.
Cercate di dividere la settimana in un micro ciclo di allenamenti, prevedete se correte 3 volte a settimana di variare di volta in volta. Potete fare il primo allenamento della settimana facendo della lenta ,al ritmo e per il tempo che riuscite a farlo con un minimo di difficoltà, e magari potete fare un aumento nei minuti finali della corsa per un max di 7-8 minuti.
Nel secondo allenamento rifate lo stesso tempo della corsa precedente ma cercate di variare un pò il percorso introducendo delle salite e discese e magari fate delle piccole variazioni di ritmo di qualche secondo per vedere come reagite. Con questo allenamento vi state preparando per affrontare poi degli allenamenti più tosti e qualificanti che avrete sentito nominare come "ripetute" e "fartlek".
Nel terzo e ultimo allenamento che cercherete di affrontare nel weekend per poter avere più tempo a disposizione, cercate di aumentare il kilometraggio e di portarlo avanti di 2-3 km rispetto a quello dei due allenamenti precedenti e tenete però un ritmo che sia appena inferiore o al limite uguale.
Se avete già la possibilità di fare quattro allenamenti inserite una lenta come quella del primo giorno tra la seduta "variata" e quella lenta del weekend.
Se gareggiate la domenica avete due scelte, se i 10 km della gara sono il kilometraggio più lungo che fate allora consideratela come un allenamento lungo anche se correrete forte. Se invece riuscite a correre già più km in allenamento allora fate la lenta lunga nel primo allenamento della settimana.


Ogni settimana cercate di aggiungere 1 o 2 km ai singoli allenamenti e nel giro di quattro sedute vedrete che i miglioramenti saranno tangibili, correrete più forte e vi state avvicinando all'ora o comunque siete già andati oltre i limiti che pensavate inarrivabili.

Cercate di andare a correre con un pò di cibo in corpo per evitare corse dai fornai e comunque lasciate passare almeno un'ora prima di correre.
Se un giorno l'allenamento va male non insistete a rifarlo subito il giorno dopo, recuperate e andate avanti con questa specie di tabella.
Non partite mai troppo forte e se avete tempo a disposizione fate un pò di stretching prima di iniziare e degli allunghetti di 50-60 metri in scioltezza, non forte, alla fine della corsa. Ne bastano 4-5 per ora, solo per prenderci un pò..la gamba..
Ed ora tutti per strada, fatemi sapere come va e poi nei prossimi post iniziamo a capire un pò di più la differenza tra corsa lenta e corsa media , tra ripetuta e fartlek.


iL MURO DEL MARATONETA di Francarun

Run tune up 2007 ioInserisco in versione integrale e completa l'utilissimo articolo di
Francarun per una piu' fluida lettura e nella speranza di un vostro commento. Aspetto altre
persone disposte a inserire qualche
lavoro nei nostri blog tematici.





LUNGHI, LUNGHI VELOCI E LUNGHISSIMO Iniziamo subito dalla definizione di LUNGO: comprende gli allenamenti di durata superiore ai 90 minuti o, facendo riferimento alla distanza, quelli di durata superiore ai 20 km.La corsa lunga è un allenamento fondamentale per ogni tipo di corridore, sia che competa sui 5mila che sulla maratona, per tutti i miglioramenti dei FATTORI FISIOLOGICI AEROBICI DI BASE che il correre a lungo e ad impegno contenuto comporta: efficienza cardiaca e respiratoria, capillarizzazione, aumento dell’autonomia di corsa, miglior utilizzo degli acidi grassi da parte dei muscoli, adattamenti strutturali, senza dimenticare l’adattamento psicologico al correre per diverse ore.La corsa lunga è anche indice dell’efficienza del podista: un podista “efficiente” percorre un allenamento lungo ad un ritmo più veloce rispetto a quello di un allenamento di corsa lenta perché con il passare dei km sarà per lui naturale una leggera progressione.Un podista “meno efficiente” invece, con il passare dei km, avvertirà la stanchezza ed il suo ritmo finale sarà più lento di quello della sua abituale corsa lenta.Bruciare i grassi.Uno degli scopi fondamentali dell’allenamento lungo è aumentare la quantità di grassi “bruciati” dal nostro corpo (la POTENZA LIPIDICA): quando corriamo bruciamo prevalentemente zuccheri, ma il corpo umano non ne ha a disposizione una quantità sufficiente per correre 42 km!
Abbiamo a disposizione due tipi di carburante, zuccheri (benzina
super) e grassi (benzina normale);
quando corriamo il nostro corpo
inizialmente utilizza gli zuccheri
e, quando questi finiscono, ricorre
Pisamarathon 2007ai grassi, ma, ecco il problema, per
bruciare i grassi ha bisogno degli
zuccheri! Già dopo 25 km inizia a
verificarsi la deplezione di
glicogeno (il cosiddetto calo di
zuccheri), che si completerà verso
i 35 km… Avete fatto caso a che km terminano gli zuccheri? Al 35° km: il cosìdetto MURO DEL MARATONETA! E quindi?!? Come posso terminare la mia maratona? Questo appunto è il SEGRETO della gara: correre al ritmo giusto, un ritmo al quale il nostro corpo inizi ad impiegare, fin dal primo km, una miscela di zuccheri e grassi. E come è possibile “insegnare” questo al nostro corpo? Abituandolo a lavorare in carenza di zuccheri, appunto con gli allenamenti lunghi; tanto più il nostro ritmo durante il lungo si avvicinerà al (Ritmo Gara della maratona), tanto maggiormente il nostro organismo si abituerà ad utilizzare una miscela ricca di grassi: avremo cioè aumentato la nostra potenza lipidica. Anche Stefano BALDINI, se partisse ad un ritmo troppo elevato, non riuscirebbe ad arrivare al 42° km: nessuno può riuscirci. Qual è il ritmo giusto per il lungo? Prima di tutto bisogna distinguere chi è alla prima maratona (o comunque alla prima dopo parecchio tempo) da chi è un habitué della 42 km, successivamente va considerato a che punto della preparazione viene effettuato il lungo. Il “non-maratoneta” si troverà per la prima volta ad affrontare distanze via via sempre più lunghe ed è bene, quindi, che il suo ritmo sia uguale a quello della corsa lenta; nulla vieta, però, che se si rendesse conto di essere ancora relativamente fresco potrebbe effettuare gli ultimi 5 km in leggera progressione, raggiungendo il suo ritmo gara. Il maratoneta esperto, invece, già abituato alle distanze lunghe, dovrebbe sicuramente svolgere l’allenamento ad un ritmo più sostenuto rispetto a quello della corsa lenta, percorrendo poi gli ultimi 5-8 km a ritmo gara. Per quanto riguarda l’inizio della preparazione, per entrambe le tipologie di podista appena viste, i ritmi di allenamento saranno sicuramente più lenti. Tanto più il nostro ritmo durante il lungo si avvicinerà al ritmo gara, tanto maggiormente il nostro organismo si abituerà ad utilizzare una miscela ricca di grassi: avremo cioè aumentato la nostra potenza lipidica. Quindi il concetto di “LUNGO LENTO” andrebbe sostituito con quello di “LUNGO VELOCE”, corso ad un ritmo compreso tra ritmo gara+7” minuti in prograssione e ritmo gara +10” minuti in prograssione. Quanti lunghi sono necessari? Il lungo, durante la preparazione della maratona, va corso due volte al mese (a settimane alterne): di solito si effettuano sei lunghi durante le dodici settimane di preparazione (26-28-30-35-32-32 km), cercando di abbinare gli ultimi due con gare di 30 km oppure con maratone, che chiaramente non porteremo a termine. I km ed il numero di lunghi variano se nei mesi precedenti si è partecipato a qualche maratona: per la maratona autunnale, dopo lo “scarico” estivo, arrivo al primo lungo di 26 km avendo già percorso 3-4 allenamenti di distanza compresa tra 20 e 24 km, mentre per la maratona primaverile sono sufficienti un paio di allenamenti “di preparazione”.Un numero eccessivo di lunghi è sicuramente deleterio in quanto farebbe arrivare troppo stanchi, sia fisicamente che mentalmente, alla gara.Per chi è alla prima maratona, è consigliabile fare otto allenamenti di distanza superiore ai 20 km con quattro di oltre 30 km (ad esempio 20-24-28-30-32-34-36-28); l’ultimo va corso 8-10 gg prima della maratona. Gli allenamenti lunghi devono essere utilizzati anche per “preparare la gara”: mi riferisco ad orari, alimentazione ed abbigliamento. Se, come in genere avviene, la maratona sarà di mattina, almeno gli ultimi lunghi correteli nello stesso orario della gara, in modo da abituare l’organismo ad attivarsi.Provate durante i lunghi gli eventuali integratori che pensate di utilizzare in gara: eviterete così spiacevoli sorprese e “soste” indesiderate. Tutto l’abbigliamento che userete in gara deve essere testato prima in almeno un paio di lunghi: una cucitura fastidiosa di un paio di pantaloncini può mandare in fumo settimane di preparazione. Quindi, NON IMPROVVISATE !


Io ho provato a preparare una maratona con solo un lungo di 30 km e alla fine non solo non ne potevo più ma nei giorni successivi non riuscivo a camminare dal dolore alle gambe, questa fu la mia prima maratona, a Venezia che chiusi in 4h,07. Le successive le ho terminate sempre in meglio, e come allenamento facevo sempre tanti lunghi....!

Francarun di Passione Maratona

IL MURO DEL MARATONETA di Francarun



Pisamarathon 2007



Al 35° km: il cosìdetto MURO DEL MARATONETA!
 E quindi?!? Come posso terminare la mia maratona?
 Questo appunto è il SEGRETO della gara:

correre al ritmo giusto, un ritmo al quale il nostro corpo inizi ad



impiegare, fin dal primo km, una miscela di zuccheri e grassi. E come è
possibile “insegnare” questo al nostro corpo? Abituandolo a lavorare in
carenza di zuccheri, appunto con gli allenamenti lunghi; tanto più il

franca
nostro ritmo durante il lungo si avvicinerà al (Ritmo Gara della



maratona), tanto maggiormente il nostro organismo si abituerà ad
utilizzare una miscela ricca di grassi: avremo cioè aumentato la nostra
potenza lipidica. Anche Stefano BALDINI, se partisse ad un ritmo troppo
elevato, non riuscirebbe ad arrivare al 42° km: nessuno può riuscirci.
Qual è il ritmo giusto per il lungo? Prima di tutto bisogna distinguere
chi è alla prima maratona (o comunque alla prima dopo parecchio tempo)
da chi è un habitué della 42 km, successivamente va considerato a che
punto della preparazione viene effettuato il lungo. Il “non-maratoneta”
si troverà per la prima volta ad affrontare distanze via via sempre più
lunghe ed è bene, quindi, che il suo ritmo sia uguale a quello della
corsa lenta; nulla vieta, però, che se si rendesse conto di essere
ancora relativamente fresco potrebbe effettuare gli ultimi 5 km in
leggera progressione, raggiungendo il suo ritmo gara. Il maratoneta
esperto, invece, già abituato alle distanze lunghe, dovrebbe sicuramente
svolgere l’allenamento ad un ritmo più sostenuto rispetto a quello della
corsa lenta, percorrendo poi gli ultimi 5-8 km a ritmo gara. Per quanto
riguarda l’inizio della preparazione, per entrambe le tipologie di
podista appena viste, i ritmi di allenamento saranno sicuramente più
lenti. Tanto più il nostro ritmo durante il lungo si avvicinerà al ritmo
gara, tanto maggiormente il nostro organismo si abituerà ad utilizzare
una miscela ricca di grassi: avremo cioè aumentato la nostra potenza
lipidica.

IL LUNGO PRE - MARATONA di Francarun

Iniziamo la prima collaborazione con una bloggher 
conosciutissima nel mondo dei Blogtrotter, eccovi 
un blog di un gruppo di runner di Pistoia e dintorni.
Ci parlera' in tre settimana della sua esperienza per
 quanto riguarda il Lungo pre-maratona.
Vi invito a visitare il suo blog e leggere che 
bella avventura e' stata la sua partecipazione alla
e a commentare e rispondere a questa sua esposizione.

Run tune up 2007 io


LUNGHI, LUNGHI VELOCI E LUNGHISSIMO

Iniziamo subito dalla definizione di LUNGO:

comprende gli allenamenti di durata superiore ai 90 minuti o,
facendo riferimento alla distanza, quelli di durata superiore ai 20
km.La corsa lunga è un allenamento fondamentale per ogni tipo di
corridore, sia che competa sui 5mila che sulla maratona, per tutti i
miglioramenti dei FATTORI FISIOLOGICI AEROBICI DI BASE che il correre a
lungo e ad impegno contenuto comporta: efficienza cardiaca e
respiratoria, capillarizzazione, aumento dell’autonomia di corsa,
miglior utilizzo degli acidi grassi da parte dei muscoli, adattamenti
strutturali, senza dimenticare l’adattamento psicologico al correre per
diverse ore.La corsa lunga è anche indice dell’efficienza del podista:
un podista “efficiente” percorre un allenamento lungo ad un ritmo più
veloce rispetto a quello di un allenamento di corsa lenta perché con il
passare dei km sarà per lui naturale una leggera progressione.Un podista
“meno efficiente” invece, con il passare dei km, avvertirà la stanchezza
ed il suo ritmo finale sarà più lento di quello della sua abituale corsa
lenta.Bruciare i grassi.Uno degli scopi fondamentali dell’allenamento
lungo è aumentare la quantità di grassi “bruciati” dal nostro corpo (la
POTENZA LIPIDICA): quando corriamo bruciamo prevalentemente zuccheri, ma
il corpo umano non ne ha a disposizione una quantità sufficiente per
correre 42 km! Abbiamo a disposizione due tipi di carburante, zuccheri
(benzina super) e grassi (benzina normale); quando corriamo il nostro
corpo inizialmente utilizza gli zuccheri e, quando questi finiscono,
ricorre ai grassi, ma, ecco il problema, per bruciare i grassi ha
bisogno degli zuccheri! Già dopo 25 km inizia a verificarsi la
deplezione di glicogeno (il cosiddetto calo di zuccheri), che si
completerà verso i 35 km…

Avete fatto caso a che km terminano gli zuccheri?

Alla prossima settimana

Ugo risponde a...

DSCF4999




....A Franca: il grado di distruzione muscolare non è sempre accompagnato da un proporzionale dolore muscolare proprio perchè questo non dipende dalla quantità di fibre distrutte ma dalla risposta infiammatoria ed edemigena, questa è individuale e differente da un soggetto ad un altro.

L'edema è responsabile della sensazione di congestione e di pesantezza delle gambe, è un  elemento che fa parte del complesso sistema riparativo che veicola nella sede "infortunata" sostanze dette" Amine Vasoattive " responsabili della vasodilatazione e quindi del maggior apporto ematico nella zona interessata.Lo scopo è riparare.In questi casi le gambe risultano essere oltre che dolenti e congestionate,anche calde.
La risposta è individuale perchè non sono soltanto i meccanismi riparativi a scendere in campo ma anche una serie di altre sostanze che controllano l'eccedere del fenomeno infiammatorio.Una di queste è un ormone prodotto prevalentemente dalle ghiandole Surrenali, il Cortisolo, anche detto ormone dello stress, che proprio in questi casi viene prodotto in grandi quantità ed è deputato a contenere e risolvere il più repidamente possibile questi stati, condizioni comunque di precarietà.
Soggetti che producono molto cortisolo dopo lo stress
 sono meno esposti al dolore muscolare.

DSCF5095
Altri soggetti non fanno dolore muscolare proprio perchè non arrivano ad alti gradi di distruzione muscolare e quindi inducono relativamente la risposta infiammatoria,questo è più frequente nelle donne e, proprio perchè meno potenti e pesanti, tendono ad una distruzione muscolare inferiore.
Altro aspetto è la osservazione che ha fatto "USCURU", facciamo infatti molto piu trauma muscolare quando corriamo anche blandamante in discesa che per lunghe distanze in pianura perchè con quelle pendenze usiamo muscoli meno o per nulla richiamati durante una corsa piatta.Come detto in precedenza tendiamo a selezionare dei muscoli dimenticandone altri che al loro risveglio si comportano come muscoli non allenati e quindi dopo lo sforzo dolenti per l'edema.
Lo stesso muscolo, poi, può essere stimolato in diversi gradi di contrazione,provate a fare una maratona ed avrete un certo grado di affaticamento e di dolore, provate poi a camminare per 42 km, chi corre difficilmente riuscirà a farlo senza portarsi dietro dolori lancinati ed ovunque nel dopo prestazione.
Marco D'Innocenti
Qui pero contribuisce anche lo scarso ritorno venoso che si realizza nella camminata rispetto alla corsa...Il grado di distruzione muscolare è poi proporzionale e condizionato dal grado di aerobicità nel quale si realizza la contrazione,più lo sforzo è aerobico e minore è il trauma, inoltre più lo sforzo è indirizzato verso una attitudine dell'organismo a sostenerlo e meno ci affatichiamo ma anche ....meno ci alleniamo!!!
L'allenamento è trauma ed adattamento dell'organismo a quello stress.L'oraganismo si difende abituandosi allo sforzo ed anche se non c'è attitudine per quella specifica distanza e velocità, se adeguatamente stimolato, il nostro fisico risponderà adattandosi. 



L'importante è "MIRARE BENE SUI NOSTRI LIMITI"!

Domanda: come fare ad identificare i nostri limiti e quali sono i più frequenti nel nostro sport?



DSCF4988

Parliamone con Ugo!

QUESITO N°2

.
...Ma allora il senso di pesantezza e stanchezza delle gambe a cosa è dovuto? è determinato come dice qualcuno dalle microlacerazioni muscolari che si producono durante uno sforzo o da altro? e poi perchè alcuni hanno spesso questa percezione di pesantezza di 2/3 giorni a recuperare ma non è una costante, mentre altri quasi mai?



Correre con lattato, o produrne, implica necessariamente un aumento della distruzione muscolare?
Non dimentichiamo che il nostro è uno sport prevalentemente aerobico e l'allenamento che facciamo è uno stress, oltre che un trauma, al quale l'organismo reagisce adattandosi ed adattando un bel pò di sistemi!



Parliamone con Ugo



QUESITO N° 1
Dopo un allenamento intenso o
 peggio una maratona impegnativa per
quanti giorni le vostre gambe possono 
essere appesantite o comunque
condizionate nel rendimento dall'Acido 
Lattico prodotto durante la gara?

Venerdi la risposta!