Al 35° km: il cosìdetto MURO DEL MARATONETA!
E quindi?!? Come posso terminare la mia maratona?
Questo appunto è il SEGRETO della gara:
correre al ritmo giusto, un ritmo al quale il nostro corpo inizi ad
impiegare, fin dal primo km, una miscela di zuccheri e grassi. E come è
possibile “insegnare” questo al nostro corpo? Abituandolo a lavorare in
carenza di zuccheri, appunto con gli allenamenti lunghi; tanto più il
nostro ritmo durante il lungo si avvicinerà al (Ritmo Gara della
maratona), tanto maggiormente il nostro organismo si abituerà ad
utilizzare una miscela ricca di grassi: avremo cioè aumentato la nostra
potenza lipidica. Anche Stefano BALDINI, se partisse ad un ritmo troppo
elevato, non riuscirebbe ad arrivare al 42° km: nessuno può riuscirci.
Qual è il ritmo giusto per il lungo? Prima di tutto bisogna distinguere
chi è alla prima maratona (o comunque alla prima dopo parecchio tempo)
da chi è un habitué della 42 km, successivamente va considerato a che
punto della preparazione viene effettuato il lungo. Il “non-maratoneta”
si troverà per la prima volta ad affrontare distanze via via sempre più
lunghe ed è bene, quindi, che il suo ritmo sia uguale a quello della
corsa lenta; nulla vieta, però, che se si rendesse conto di essere
ancora relativamente fresco potrebbe effettuare gli ultimi 5 km in
leggera progressione, raggiungendo il suo ritmo gara. Il maratoneta
esperto, invece, già abituato alle distanze lunghe, dovrebbe sicuramente
svolgere l’allenamento ad un ritmo più sostenuto rispetto a quello della
corsa lenta, percorrendo poi gli ultimi 5-8 km a ritmo gara. Per quanto
riguarda l’inizio della preparazione, per entrambe le tipologie di
podista appena viste, i ritmi di allenamento saranno sicuramente più
lenti. Tanto più il nostro ritmo durante il lungo si avvicinerà al ritmo
gara, tanto maggiormente il nostro organismo si abituerà ad utilizzare
una miscela ricca di grassi: avremo cioè aumentato la nostra potenza
lipidica.